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| Duemila anni fa Erone di Alessandria presentava a una nutrita congrega di nobili e dignitari la sua macchina a vapore. Tuttavia l’umanità ha dovuto aspettare altri 1700 anni prima di tornare a parlare di pneumatica e automatica. Perché? Perché quei dignitari, sorpresi nella meraviglia di quell’invenzione che poteva svolgere il lavoro dell’uomo, pensarono: “Se cominciamo ad usarla, cosa ce ne faremo degli schiavi?”.
Comincia da episodi come questo la storia di un rapporto complesso, spesso frainteso, ostacolato e bistrattato: il rapporto tra l’uomo e le sue creazioni.
Oggi la civiltà moderna apprezza e tollera le macchine che faticano, tagliano, cuciono, saldano, tutte quelle macchine, insomma, che lavorano per l'uomo. Noi stessi, qui seduti davanti al monitor, non possiamo fare a meno del nostro PC, senza il quale non saremmo in grado di comunicare così rapidamente e in modo tanto efficace. Eppure vi è una linea di confine anche in questo ambito, un marker oltre il quale la nostra mente non è disposta ad andare.
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